Va' dai miei fratelli

Stemmi Episcopali

Mons. Renato Marangoni


Il Vangelo che appare nel capo dello scudo rappresenta l’annuncio pasquale richiamato dalle parole del motto.
La partizione curvilinea dello scudo è un riferimento al Patrono di Belluno San Martino. Si ricordano i due lembi del mantello che il Santo, secondo la tradizione, tagliò in due per donarne una metà al viandante infreddolito, incontrato sulla via. 
Il Vangelo è svelato e si attua in ogni gesto di amore. e Il rosso, colore della carità, è anche richiamo al sangue dei martiri Vittore e Corona, Santi Patroni di Feltre.
Le montagne qui rappresentate sono un riferimento innanzitutto al Monte Grappa, terra d’origine del Vescovo; da questo monte egli ha sempre ammirato lo scenario delle Prealpi feltrine e delle Dolomiti. Nel Massiccio del Grappa è riconosciuto il punto di incontro geografico delle due Chiese sorelle: il versante Nord è in Diocesi di Belluno-Feltre e il versante Sud è in Diocesi di Padova.
Papa Giovanni Paolo I; compare inoltre nello stemma del Vescovo Girolamo Bortignon che ordinò diacono il Vescovo Renato e che fu predecessore a Belluno-Feltre.
L’acqua della brocca di San Prosdocimo, Patrono di Padova, ne richiama l’azione battesimale che sia Padova che Feltre e Belluno riconoscono all’inizio della loro storia di fede; inoltre costituisce richiamo geografico al Piave che attraversa la Diocesi di Belluno-Feltre.
Anche in queste due rappresentazioni (le montagne e la brocca del Battesimo) oltre a quella della carità, vi è un richiamo all’universalità del Vangelo, veicolato dal creato e attuato nella vita ecclesiale.
Le parole scelte per il motto si rifanno al quarto Vangelo (Gv 20, 17) laddove l’Evangelista narra dell’incontro del Risorto con Maria di Màgdala e, particolarmente, dell’esortazione di Gesù affinché la donna si rechi subito dai discepoli per annunciare che egli - «primogenito di una moltitudine di fratelli» (Rom 8, 29) - ha compiuto la sua missione affidatagli dal Padre. Per questo egli dice a Maria: «Salgo  al Padre mio e Padre vostro» (Gv 20, 17b). 
Con la Pasqua di Gesù si attua la salvezza: che tutti siano innalzati a Dio.
Il Risorto si fa incontro a Maria di Màgdala che sta cercando il corpo di Gesù, la chiama per nome e si fa da lei riconoscere. Questa stessa esperienza d’incontro con lui è all’origine ed è l’oggetto dell’invio che Maria di Màgdala accoglie e porta al gruppo dei discepoli ancora bloccati ed esitanti a motivo del loro non comprendere. 
I discepoli accolgono da lei l’annuncio che Gesù è risuscitato ed è salito al Padre.
Nelle parole dette dal Maestro a Maria di Màgdala e nella sua esperienza di incontro con lui vi è l’oggi della Chiesa, il suo essere inviata a portare il Vangelo della risurrezione.
Gesù risorto chiama suoi fratelli i discepoli: è il nuovo legame pasquale a cui siamo invitati perennemente, aperto a tutti; è l’impegno quotidiano di ogni comunità di discepoli di Gesù.
 

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